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Investigazioni su eredi, cosa c’è da sapere

Quali sono gli eredi legittimi.

L’articolo 565 del Codice civile stabilisce quali possono essere i beneficiari di una Successione Legittima.

Tale Legge individua come eredi legittimi, il coniuge e i figli, beneficiari di una eredità in assenza di testamento.

In assenza di figli, diventa erede universale il coniuge; in presenza di un figlio la ripartizione avviene in parti uguali, con più figli i 2/3 dell’eredità andranno a costoro ed il residuo terzo al coniuge superstite.

Quali sono invece gli eredi legittimi in assenza di coniuge e prole.

La successione legittima o per legge è prevista dal Codice civile in assenza di figli e coniuge.

È logico che alla base di essa è richiesta l’accettazione dell’eredità davanti ad un notaio o presso un tribunale; se ciò non avviene le quote ereditate sono accresciute nella ripartizione tra gli altri eredi.

In caso di assenza di coniuge e prole. A beneficiare sono i parenti più prossimi, anche in linea ascendente, in caso di premorienza, via via fino al sesto grado di parentela.

Nel caso del convivente, non essendoci vincoli di parentela, è necessario un apposito testamento; nel caso però che il convivente sia il componente di una coppia di fatto anche in assenza dell’unione civile, ci si trova di fronte ad uno scenario equiparate al matrimonio e riconosciute ai sensi della Legge 104/1992 e di conseguenza sia “le unioni civili” sia “le coppie di fatto”, sono considerate, “conviventi di fatto” e in questo specifico caso sono di particolare importanza le attività di un Investigatore Privato.

Analizziamo meglio:

Si identificano in “conviventi di fatto”: due persone maggiorenni unite stabilmente da legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile.

Gli Investigatori Privati garantiscono in questo ambito investigazioni puntuali, quindi il mio consiglio in caso vi troviate nella necessità di rintracciare eredi legittimi anche in caso di premorienza.

Se tu o la tua azienda avete bisogno di questo tipo di indagini, il consiglio è di contattare noi di UnimpresaPol, abbiamo tra i nostri associati i migliori Investigatori Privati italiani specializzati in questo tipo di indagini per Banche, Assicurazioni ma anche per Privati.

Se anche tramite attività di ricerca investigativa non si siano rintracciati parenti entro il sesto grado di parentela, l’eredità viene acquisita dallo Stato senza bisogno di accettazione o possibilità di rinuncia.

 

Articolo dalla mia rubrica "Rivelazioni di un Investigatore" sul blog di Unimpresa

La Benedizione Apostolica

Ci sono giornate uguali a tutte le altre: piccole soddisfazioni, qualche malumore, scontri insignificanti o più rilevanti con il nostro prossimo e alla fine ci sentiamo esausti, spazientiti e sfiduciati in attesa di qualcosa che sembra irraggiungibile, ma a quelli che come me vivono combattendo ogni giorno per i propri diritti ma anche per i diritti degli altri, la vita riserva sempre eventi straordinari.

Non sempre si raccoglie quello che si chiede, né quello che si pensa di meritare, a volte i nostri sforzi sembrano inutili, ma se si opera in buona fede e si vive in pace con sé stessi, ma soprattutto si ha speranza nella provvidenza qualcosa di straordinario accade sempre.

Il proverbio dice “Chi Di Speranza Vive Disperato Muore”, ma personalmente penso che l’inaspettato arrivi sempre in nostro soccorso manifestandosi con eventi straordinari soprattutto se ci si è adoperati con grande attenzione.

Guardare gli orizzonti significa guardare la speranza che ci permette di continuare e continuare a camminare nel giusto percorso, in modo da permetterci di raggiungere quelle mete lontane e che a volte sembrano irraggiungibili, così come ha detto il Santo Padre a Don Davide Banzato nella puntata dei “viaggi del cuore” di oggi 19 febbraio 2023. Chi è capace di pensarla così, chi ha questo dono divino concessa dall’energia universale può correre verso le mete della speranza e gettare l’ancora sempre più lontano.

Sempre dalle parole del Santo Padre, con l’epidemia da Covid 19, ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ognuno per conto suo, ma dobbiamo farlo assieme.

E’ questo è lo spirito che anima UnimpresaPol – Federazione Nazionale Servizi Investigativi, Vigilanza e Security nata in pieno Covid 19 nel 2020.

Dal 26 giugno 2020, giorno in cui sono stato nominato Presidente di UnimpresaPol, Federazione che rappresenta tutti i professionisti della sicurezza privata italiana, categoria professionale che sono onorato di rappresentare, non ce stato giorno in cui io non abbia dedicato parte del mio tempo agli associati, sia direttamente chiedendo riconoscimenti, chiedendo agevolazioni, chiedendo convenzioni, cercando di migliorare il lavoro di quanti professionisti del settore Investigativo, Vigilanza o Security, operano con grande abnegazione, adoperandosi tutti i giorni per garantire la sicurezza del privato cittadino italiano in qualsiasi ambito, anche in quello citato all’articolo 24 della costituzione italiana: il diritto alla difesa quale diritto inviolabile, in ogni stato e grado del procedimento.

In questo mio peregrinare ho varcato tante volte le soglie istituzionali: oltre a quello del Ministero dell’Interno anche quelle degli altri Ministeri, non escluse quelle del Fondo Edifici di Culto e quelle del Vaticano.

E forse proprio per questo che, inaspettatamente, una giornata iniziata come tutte le altre può diventare una giornata luminosa e straordinaria assumendo quasi i connotati di un evento eccezionale… ho ricevuto personalmente un grandissimo riconoscimento, la “Benedizione Apostolica del Santo Padre”.

Ho provato un’emozione grandissima, sia come uomo di fede, sia come professionista che si è sempre battuto per le battaglie di tutti.

La “Benedizione Apostolica del Santo Padre” divinamente è giunta a mio nome, un’emozione indescrivibile che mi ha ripagato di tutti i miei sforzi per ottenere sempre il meglio per il prossimo.

La mia fiducia e la mia speranza, si sono rigenerate: la mia priorità quale Presidente va “A tutti gli Associati di UnimpresaPol”, ma anche a tutti gli altri, dedico questa benedizione, con la consapevolezza delle mie responsabilità nei loro riguardi, e con il senso del dovere che da sempre mi contraddistingue.

Papa Francesco mi ha così investito di un ruolo che con umiltà, rispetto verso il prossimo e dignità da sempre rappresentano i miei capisaldi.

Il credere nel mio lavoro è ancora più fermo e risoluto; ringrazio Papa Francesco perché con questo gesto ha riconosciuto indirettamente la dignità e professionalità agli operatori del settore della Sicurezza Privata Italiana.

Con il suo operato apostolico, apre le coscienze ad un nuovo dialogo e soprattutto sarà, per noi di Unimpresapol, una guida spirituale sempre presente, in un clima di fattiva collaborazione, che ci aiuterà a raggiungere i traguardi che ci prefiggiamo come associazione e come uomini.

 

Articolo dalla mia rubrica "Rivelazioni di un Investigatore" sul blog di Unimpresa

La Giustizia Italiana: i consigli giusti per vincere una causa

La giustizia consiste nella costante e perpetua volontà di attribuire a ciascuno il suo diritto.

Le regole fondamentali sono: vivere onestamente, non recare danno ad altri, attribuire a ognuno il suo.

Secondo Cartesio, la giustizia è la coesistenza, secondo una legge universale di ragione, attuata in modo coattivo.

Tralasciamo la panoramica sui vari ordinamenti europei, dove comunque risultiamo essere nelle ultime posizioni, con la Spagna ed il Portogallo, evitiamo giudizi legati ad ideologie politiche: sistema corrotto o al contrario eccessivamente coercitivo.

L’apparato giudiziario italiano si basa sul cosiddetto “Civil Law”; il giudice ed il pubblico ministero sono membri della magistratura, la funzione amministrativa è esercitata dal Ministero della giustizia.

Nonostante questa strutturazione esistono vari problemi: primo fra tutti la lentezza del processo.

I tempi morti, le cause pendenti per anni, stremano le parti e danno luogo ad una vera e propria… ingiustizia. Ovviamente le conseguenze sono ancora più gravi per quanto concerne il diritto penale, includendo anche un giudizio etico.

Nel nostro ordinamento, l’imputato non è colpevole, finché non viene dichiarato tale con sentenza definitiva; quindi, gli imputati possono “svicolare” avvalendosi della prescrizione o diversamente affrontare una causa con prove schiaccianti che dimostrano l’estraneità del fatti se imputati e/o la colpevolezza degli indagati se parte attiva del processo.

l’Art. 3. Della Costituzione Italiana che recita: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”, e di conseguenza di fondamentale importanza è il ruolo Dell’investigatore Privato Italiano, figura indispensabile nell’acquisizione di prove sia per la DIFESA sia per l’ACCUSA, come riconosciuto nel nuovo Processo civile, dal 1998, in cui i RISULTATI INVESTIGATIVI ASSUMONO EFFICACIA PROBATORIA E UTILIZZABILITÀ NELLA PROCEDURA ma anche e soprattutto nel Processo penale, che vede l’attività dell’investigatore privato, come regolamentato dall’art. 391-bis.C.C.P che recita: “Il difensore, sin dal momento del conferimento dell’incarico professionale, ha facoltà di svolgere investigazioni al fine di ricercare ed individuare elementi di prova a favore del proprio assistito”, articolo secondo il quale gli Investigatori Privati Regolarmente Autorizzati, possono conferire con persone in grado di rendere informazioni rilevanti alle indagini in corso e acquisire prove utili alla sorte del mandante.

La lentezza del macchinario giudiziario ha determinato spesso la condanna da parte della Corte Europea dei diritti dell’uomo.

Un altro ostacolo al buon funzionamento della giustizia italiana, è il grande rilievo mediatico che si dà ai processi e la costruzione degli stessi intorno alle inchieste che non hanno alcun valore di giudizi.

Il giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, ribadisce che in uno stato di diritto, va ascoltato il giudice, non l’accusa che inizia la procedura.

Attraverso la legalità, che è la scelta metodologica per raggiungere il traguardo della giustizia, si cerca di rispettare e garantire i diritti di tutti.

Non esitate a chiamare un Investigatore Privato per poter vincere una causa, ma chiama solo quelli professionalmente validi come quelli associati ad UnimpresaPol – Federazione Nazionale Aziende di Servizi Investigativi maggiormente rappresentativa in Italia.

Gli organi di giustizia tengano sempre presenti le parole di Papa Francesco: “Dove non c’è giustizia non c’è pace”.

 

Articolo dalla mia rubrica "Rivelazioni di un Investigatore" sul blog di Unimpresa

Alcune accortezze per difendersi dagli attacchi informatici

Non si fa altro che parlare di attacchi informatici ad enti, amministrazioni ma anche inconsapevoli cittadini che spesso si vedono portare via tutti i loro dati.

Ma come ci si può difendere dagli attacchi informatici che si possono ricevere su qualsiasi hardware connesso alla rete dai pericolosi hacker?

Il 2021 ha rappresentato il Boom esponenziale degli attacchi informatici in tutto il mondo e nel mirino degli hacker l’Italia. Secondo alcuni sondaggi l’Italia è tra i paesi più colpito al mondo e il secondo in Europa.

Gli hacker di tutto il globo hanno preferiscono attaccare le grandi aziende italiane ed anche molte pubbliche amministrazioni (vedi i precedenti articoli sull’attacco alla Regione Lazio), per questo ce bisogno di prevenzione.

In questo breve articolo, anche n.q. di Presidente di UnimpresaPol che è l’unica Federazione Nazionale ha rappresentare la Privacy Control in Italia, darò alcuni consigli su come prevenire un attacco hacker.

Prima Accortezza, utilizzare un buon Antivirus

Può sembrare un consiglio scontato, ma in realtà in Italia molte aziende si affidano a antivirus gratuiti o illegali, che non proteggono i dispositivi aziendali e non sempre lì istallano sugli smartphone che contengono le password degli istituti di credito e delle banche dati. Di conseguenza, l’azienda è direttamente esposta ai rischi di data breach e agli attacchi ransomware.

Seconda Accortezza, utilizzare Reti Criptate

Le connessioni criptate, come le connessioni VPN (Virtual Private Network), ossia quelle connessioni utili per lo scambio di informazioni tra server remoti e non e se con tecnologia di criptaggio dati consentono di collegare in modo sicuro i due estremi della connessione. Il beneficio dell’uso di una VPN è rappresentato dalla riduzione dei costi a favore sia di aziende e sia di enti pubblici.

Anche le reti SSL (Secure Sockets Layer) sono degli accorgimenti importanti da usare soprattutto nella configurazione delle caselle di posta elettronica, sistema questo sviluppato per inviare dati privati tra un dispositivo e un altro con una crittografia a chiave privata e/o pubblica, permettendo ai dispositivi di comunicare attraverso questa connessione, senza subire minacce esterne.

Terza Accortezza, utilizzare un Firewall.

Un’altra importante accortezza per isolare la connessione da ogni minaccia esterna è il firewall. Questa tipologia di difesa fa riferimento sia all’hardware sia ai software per impedire di ricevere attacchi alla sicurezza della rete. L’adozione di un firewall nasce quindi dalla necessità da parte delle aziende di essere collegate ad internet in modo sicuro ma questa accortezza vale anche per i privati.

Quindi è giusto utilizzare un firewall come tipo di difesa, considerando che rimanerne senza, potrebbe compromettere i dispositivi ed i dati aziendali ad attacchi informatici.

Se tu o la tua azienda trattate dati sensibili, contattaci, noi di UnimpresaPol abbiamo tra i nostri associati i migliori consulenti italiani di Privacy e Cybersecurity.

Donna, Vita, Libertà. Omaggio a donna @MarisaLaurito

Si guarda sempre con sospetto alle situazioni politiche, economiche e sociali al di fuori della nostra nazione, spesso solo perché ci sembra di avere ideologie e comportamenti più avanzati e civili rispetto agli altri paesi.

Il caso dell’Iran, ovviamente, ribadisce tutto ciò: non siamo di fronte a differenze culturali, o religiose, ma siamo di fronte ad un vero e proprio terrorismo violento ed orribile.

Persone interrogate, perseguite ingiustamente, solo per aver esercitato pacificamente i propri diritti umani. Si è fatto un uso illegale dell’autorità statale: sparando pallini da caccia contro i manifestanti, torturando, negando adeguate cure mediche ai prigionieri.

La pena di morte è usata come arma di repressione politica…

Amputazioni, accecamenti, fustigazioni sono all’ordine del giorno; naturalmente la fantasia perversa galoppa ancora di più quando si tratta di donne.

Le donne offese nella loro dignità, costrette ad un abbigliamento medioevale ed umiliante, subiscono stupri e menomazioni, vedono indebolirsi sempre più il loro diritto all’istruzione, alle cariche pubbliche, alla salute sessuale e riproduttiva, addirittura sopprimendo l’accesso al servizio di diagnosi prenatale.

I matrimoni sono imposti dai parenti uomini alla età di 13 anni, se non prima; le donne, ovviamente non solo loro, sono uccise perché lottano per diritti fondamentali, i cadaveri non potranno neanche avere un funerale, perché ulteriormente oltraggiati sono fatti sparire.

Inoltre, le persone LGBT, subiscono le cosiddette “terapie di conversione”, le minoranze etniche sono perseguitate con l’accusa di “inimicizia contro Dio”.

Tutto ciò è contrario ai principi della “Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”, il leader supremo “Ali’ Khamenei” non ha ancora adottato alcun provvedimento contro questi che sono crimini contro l’umanità.

Personaggi della cultura, dello sport, dello spettacolo, a prescindere dal loro credo politico o religioso, tramite una petizione, sollecitano l’intervento dei principali organi del governo italiano e la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen, affinché cessi questo massacro.

Donna, Vita, Libertà, tre parole che sintetizzano gli obiettivi di questa campagna e che danno il nome all’iniziativa che vede nell’attrice @MarisaLaurito, la sua grintosa ed instancabile promotrice.

Sono state raggiunte più di 140.00 firme: continuiamo a firmare tutti e tutte!

Siamo debitori nei confronti di questa popolazione sofferente, noi che solo per casualità siamo nati in un’altra parte del mondo.

È il momento di prendere una posizione netta, intransigente, con tolleranza zero: solo così non saremo complici dell’orrore.

Firma anche tu

https://chng.it/TXd4STd4bZ

Vittime inconsapevoli: investigazioni negli episodi di violenza di genere ed abuso sui minori

Per questo breve scritto, vorrei partire dal significato della parola VIOLENZA!

VIOLENZA: forza impetuosa ed incontrollata, azione volontaria esercitata da un soggetto su un altro per indurlo ad agire contro la sua volontà.

Quindi quale è la notizia?

Leggendo queste definizioni inorridiamo, pensiamo a casi clamorosi e sanguinosi di cronaca nera, sospiriamo pensando alle brutture del mondo e ci riavvolgiamo nelle nostre sicurezze quotidiane.

C’è però una violenza alla quale non facciamo quasi più caso, anzi ci permettiamo di giudicare con i parametri del perbenismo.

Sono i reati di violenza di genere: violenza psicologica, fisica, sessuale dallo stalking allo stupro fino al femminicidio. Includo in questo tipo di reato anche la violenza nei suoi differenti aspetti a danno di persone, ribadisco PERSONE, che hanno la sventura o peggio la “malattia “ di essere “diversi”, dai benpensanti per quanto riguarda le loro scelte di vita.

Siamo nel terzo millennio ma ancora si giudica, si condanna la donna che ha osato “provocare” con l’abbigliamento, o si è ribellata ad un “padre padrone” o nella peggiore delle ipotesi ad un “marito padrone”.

I “diversi” sono additati e sbeffeggiati in quanto tali, salvo che non ricoprano ruoli importanti nella società. Ovviamente c’è tutta una legislazione al riguardo ma spesso si interviene troppo tardi, a seguito anche di denunce ripetute ed inascoltate da parte delle vittime.

Una violenza che non può essere catalogata come tale, ma come un atto demoniaco: l’abuso sui minori.

Probabilmente, da bambini, una manciata di anni fa, abbiamo subito uno scappellotto, per qualche capriccio o siamo stati impauriti dall’inevitabile arrivo dell’”uomo nero”….Oggi non c’è un solo “uomo nero”, ce ne sono tanti e spesso insospettabili: il vicino di casa, un insegnante, un parente, un amico di famiglia … persone della porta accanto e dell’entourage familiare fino ai genitori stessi.

Inutile, a violenza o morte avvenuta del minore, a volte anche di neonati, tornare indietro nel tempo e cercare giustificazioni psicologiche.

Casi eclatanti e casi che rimangono nell’ombra per vergogna.

Spegnere il sorriso ad un bimbo è atroce, la condanna, se si potesse, dovrebbe estendersi anche oltre le pene previste dal Codice penale.

Spesso i bimbi che hanno subito violenza disegnano figure mostruose, il loro “uomo nero“, poi a poco a poco, se riescono a superare il trauma subito, case, cuori , stelle….una speranza di dimenticare, una speranza di ricominciare a giocare…

In tutto questo scenario è importante il ruolo degli investigatori privati chiamati ad intervenire spesso prima delle forze dell’ordine in situazioni in cui i dati sono pochi per esporre denuncia ma gli unici in gradi di cercare quelle prove di violenza nascoste nei corridoi delle case private, dei luoghi ameni e anche rimettere assieme dei puzzle di prove utili a denunciare la violenza prima che sia troppo tardi.

Non esitate a chiamare un investigatore privato, ma chiamate solo quelli professionalmente validi come quelli iscritti ad UnimpresaPol – Federazione Nazionale Aziende di Servizi Investigativi maggiormente rappresentativa in Italia.

Piccadilly Circus

Eccomi: sono a Fiumicino in attesa del decollo del mio volo per Londra.

Come al solito mentalmente ripasso gli impegni lavorativi che mi attendono.

Già perché la mia priorità è il lavoro: convulso, esasperante, affascinante… peccato che lo spazio per la mia vita privata, per la mia salute sia sempre più esiguo.

La pagherò prima o poi… già ora mi sento in colpa nei confronti dei miei affetti più cari, già ora il mio fisico si ribella a questi ritmi di vita.

Sonnecchio durante il volo ma sono sempre vigile…

Finalmente arrivo a Londra: luci, persone frettolose che niente hanno del self-controllo britannico: sono come me, robot iperattivi!!!

Svolgo diligentemente tutti i miei compiti e, in taxi, attraverso la superba città per raggiungere il mio albergo. Già immagino, senza il minimo entusiasmo, una cena leggera, poteva mancarmi il colesterolo al limite dei valori massimi? Poi a letto con…. il portatile per organizzare la Gionata di domani.

Squilla il telefono che mi sottrae a queste meditazioni orribili: Barbra, adorabile amica che incontro purtroppo meno di quanto vorrei. Vince le mie resistenze dolcemente ma con fermezza e mi propone una serata nel suo ristorante nei pressi di “Regent Street”: CENA E KARAOKE!

CENA E KARAOKE???? Il Karaoke, questo sconosciuto; per me le sue tracce si perdono negli anni 80’ con Fiorello!!! Barbra mi accoglie con il suo solito calore e mi fa sedere in un tavolo pieno di persone, chi è lì e per quale motivo, non è importante, neanche conoscerci tutti lo è, siamo lì tutti per lo stesso scopo rilassarci, una cena conviviale e poi il karaoke, Barbra e Roberta le conoscevo già, ma gli altri alcuni conosciuti e tanti volti nuovi di cui non so nulla e neanche me lo chiedo, tanti volti nuovi ma tutti volti sereni, Alexander, Andrew, Patty, Victor, Annemary, Simon, Liz, Maxime… tutti sconosciuti, ma estremamente sereni e la cena scorre velocissima circondati dalle mille attenzioni di Barbra.

Si inizia la kermesse canora: io osservo ed ascolto tra il timido ed il distaccato. Roberta inizia sempre per prima a cantare ….mi sussurra Barbra, non sembra ma è il collante di queste magnifiche serate. È incredibile come gli Inglesi conoscano il repertorio dei cantautori italiani….

Sono leggero, spensierato, mi sento rinascere ad ogni nota, la mente non è più fuligginosa, mi sento parte del tutto, con energie rinnovate. Ci si guarda reciprocamente con tutti i presenti, sorridendo ed ammiccando anche a chi non si conosce, applaudendo le migliori performance. È notte fonda quando rientro in albergo: canticchio ancora tra me e me; ho l’adrenalina a mille e già so quale sarà la prima cosa che farò tornando questo fine settimana a Roma.

Sono trascorse due settimane e domani finalmente tornerò qualche giorno a Londra, ho già contattato Barbra e l’ho pregata di inserirmi di nuovo semmai organizzasse un’altra serata di cena e karaoke, speriamo di sì, non vedo l’ora! Con l’animo del fanciullo il ricordo mi riporta indietro nel tempo quando da bambino nel paese in cui trascorrevo le vacanze estive “Guarcino”, vinsi cantando “donna felicità” nel 1971 “Dilettanti allo sbaraglio”, ed eccomi tornato bambino, ma questa volta voglio cantare.

Non mi fermo più, ritorno ragazzo, rielaboro emozioni che pensavo fossero sepolte e mi concentro sui testi e sulle musiche.

Thank you Barbra…

Investigare in modo autonomo è reato

Il tradimento all’interno di una coppia, sia essa regolarmente coniugata o convivente, ha un prezzo elevato non solo dal punto di vista psicologico ed affettivo, ma anche nell’ambito giuridico.

La tecnologia, grande invenzione ma pericolosa, fa sì che si possano acquistare, spesso on line e a prezzi irrisori: telecamere, microspie, registratori, GPS e spesso di ovvia provenienza orientale.

Tutto ciò ovviamente facilita le azioni di “spionaggio” del coniuge “offeso” che cerca una base di fondatezza ai propri dubbi.

L’art.615.bis del Codice penale, prevede il reato di illecita interferenza nella vita altrui, tramite l’introduzione di telecamere; cita esattamente: “Chiunque, mediante l’uso di strumenti di ripresa visiva o sonora, si procura indebitamente notizie o immagini attinenti alla vita privata svolgentesi nei luoghi indicati nell’articolo 614, è punito con la reclusione da sei mesi a quattro anni”.

L’art.616 del Codice Penale, come il precedente, prevede il reato di illecita interferenza nella vita altrui, tramite il controllo di “corrispondenza” e nello specifico si intende quella epistolare, telegrafica, telefonica, informatica o telematica ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza e cita esattamente: “Chiunque prende cognizione del contenuto di una corrispondenza chiusa, a lui non diretta, ovvero sottrae o distrae, al fine di prendere o di farne da altri prendere cognizione, una corrispondenza chiusa o aperta, a lui non diretta, ovvero, in tutto o in parte, la distrugge o sopprime, è punito, se il fatto non è preveduto come reato da altra disposizione di legge, con la reclusione fino a un anno o con la multa sino a 516 euro. Se il colpevole, senza giusta causa, rivela, in tutto o in parte, il contenuto della corrispondenza, è punito con la reclusione fino a tre anni. Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

Agli effetti delle disposizioni di questa sezione, per ‘corrispondenza’ si intende quella epistolare, telegrafica,

telefonica, informatica o telematica ovvero effettuata con ogni altra forma di comunicazione a distanza“.

Infine, CHI ESERCITA ABUSIVAMENTE LA PROFESSIONE DI INVESTIGATORE PRIVATO, è punito ai sensi dell’art 348 del Codice Penale, che testualmente cita: “Chiunque abusivamente esercita una professione per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato è punito CON LA RECLUSIONE DA SEI MESI A TRE ANNI E CON LA MULTA DA EURO 10.000 A EURO 50.000.” È un reato molto grave, perché fingersi professionisti di varia natura va a minare la fiducia della collettività nei confronti di specifiche attività professionali. La gravità del fatto, inoltre, non sta soltanto nell’esercizio abusivo della professione, ma anche nella truffa che ne deriva, come puntualmente ricorda l’art. 640 del Codice penale, che testualmente cita: “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.” Fingersi un professionista è un vero e proprio raggiro, procurato a chi si fida, per trarne un vantaggio economico. Ma esistono altre violazioni che questa condotta può comportare come la violazione della privacy o le condotte di atti persecutori e molestie, nel caso in cui il finto professionista sia un investigatore.

Quindi vediamo insieme il caso dell’abuso della professione investigativa e le sue conseguenze.

ATTENZIONE QUINDI, INVESTIGARE IN MODO AUTONOMO È MOLTO RISCHIOSO!

Se siete delle persone curiose e, per gelosia o solo perché avete già un disegno definito che conduce alla richiesta di divorzio, installate telecamere anche sul luogo di lavoro del coniuge o del futuro coniuge (moglie o marito che sia) o addirittura telecamere occultate nell’abitazione comune, e poter vedere il tutto tramite applicazioni sul vostro smartphone, sappiate che potreste incorrere in una denuncia da parte della stessa persona sulla quale avete indagato.

Alla luce di quanto ho scritto, qualora vi troviate nella condizione di trovare telecamere in cucina e/o in altre stanze posizionate li irresponsabilmente dal vostro coniuge geloso, non esitate a contattare un professionista di Investigazioni, in possesso di regolare Licenza Prefettizia, in quale potrà verificare l’entità dell’infrazione e potendo dialogare direttamente con le forze dell’ordine, circoscrivendo fatti, situazioni, luoghi e termini del reato, potrà aiutarvi a sporgere regolare denuncia e a tutelare la vostra privacy.

Attività investigative e licenziamento per giusta causa

L’importanza delle attività investigative nel controllo dei dipendenti per procedere al licenziamento per giusta causa.

Il licenziamento per giusta causa è disciplinato dall’art 2119 cod. civile che prevede questo procedimento, senza preavviso e in termini immediati, in tutti quei casi che minano il rapporto professionale e di fiducia che intercorre tra datore di lavoro e dipendente.

Esistono varie fattispecie che possono fare utilizzare questa procedura al datore di lavoro:

  • falso infortunio;
  • illeciti sul luogo di lavoro;
  • sabotaggio interno;
  • errato utilizzo permessi legge 104;
  • errato utilizzo permessi sindacali;
  • falsa malattia;
  • assenteismo ingiustificato;
  • falsificazione nell’utilizzo del badge;
  • furti in azienda;
  • danneggiamento di beni aziendali;
  • minacce al datore di lavoro;
  • reati commessi nella vita privata.

Tenuto conto di questa casistica, si può intendere quanto possa essere fondamentale e rilevante l’attività investigativa nell’ambito del controllo dipendenti per un’azienda al mondo d’oggi.

L’attività investigativa è finalizzata ad avvalorare una contestazione o una interruzione del rapporto lavorativo, attraverso prove certe di tipo testimoniale, e/o documentale da utilizzare in sede giudiziaria.

Un caso specifico si trova nella sentenza 30547 del 28/10/2021: la corte di Cassazione ha ribadito il diritto del datore di lavoro di far seguire il dipendente da un Investigatore Privato per verificare la falsa malattia, cioè, se esistevano realmente condizioni fisiche incompatibili con l’attività lavorativa, anche se permane il ruolo del medico fiscale nell’accertare l’effettiva patologia di un dipendente. Le indagini devono essere svolte con discrezione e professionalità e solo l’Investigatore Privato realmente autorizzato può svolgere in pieno diritto il suo mandato, grazie alla licenza di Prefettura, senza violare la privacy né lo statuto dei lavoratori.

Il controllo esterno da parte di un Investigatore Privato autorizzato, può anche riguardare il controllo dell’adempimento della prestazione lavorativa, perché il dipendente è soggetto all’esclusivo potere di sorveglianza diretta del datore di lavoro. (Art. 3 statuto dei lavoratori).

I costi ed i prezzi dell’indagine svolte da parte dell’Investigatore Privato sono disciplinati dalle tariffe depositate presso la Prefettura e dipendono dalla città in cui si svolge l’attività, dalle difficoltà operative, dal tempo necessario, dalle tecnologie utilizzate e dalle banche dati interrogate, a cui vanno aggiunti eventuali costi necessari per le trasferte e l’utilizzo dei mezzi di trasporto.

Importantissimo sapere che le attività investigative vengono svolte per far valere un proprio diritto in tribunale (in questo caso del datore di lavoro), per cui tutti i costi sostenuti in caso di dimostrazione di reato, posso essere attribuiti e richiesti interamente, oltre a quelli del legale che segue la procedura, direttamente al dipendente disonesto.

 

San Benedetto da Norcia: Patrono d'Europa

(Norcia, 480 circa – Montecassino, 21 marzo 547)

Benedetto (dal latino: colui che augura il bene). Il suo pensiero è sempre stato e lo è ancora, una delle più importanti basi su cui si poggia l’attuale cultura europea dopo il declino della civiltà romana fatta di guerre, di milizia e di invasione delle terre altrui.

Faro del monachesimo e precursore della diffusione dei centri di preghiera e ospitalità. Queste qualità fanno di San Benedetto un santo dedito alla solidarietà, unico elemento che salva l’umano dalla povertà spirituale e materiale. Contributi culturali sulle quali venne molti secoli dopo basata l’ispirazione della cultura europeista ed europea con le medesime basi culturali che il santo divulgò nell’arco della sua preziosa vita.

Divenne così una provvidenziale sorgente che sfamò affamati e dette da bere agli assetati di spiritualità e di sapere. Lo stesso San Gregorio Magno ne scrisse della vita e delle gesta e lo scrittore Jaque Le Goff si interrogò fin dove si sarebbe potuta spingere la società del Medioevo senza l’umanesimo profondo degli insegnamenti benedettini. Venne definito proprio da San Gregorio: “un astro luminoso in un secolo buio”.

Un astro luminoso che portò luce in una epoca segnata da profondissime e fortissime crisi di valori cristiani e umani. Figlio di una famiglia nobile nella regione di Norcia, nella casa in nacque sorge oggi la basilica a lui dedicata.

La vita agiata e una solida famiglia benestante, assicurarono a San Benedetto una adeguata formazione culturale e religiosa. Venne infatti mandato a Roma per nutrire il suo spirito di ricerca assetato dell’amore di Dio, ma l’esperienza romana gli dette indicazioni sulla strada da perseguire per i prossimi anni della sua vita. Nella città, infatti, ebbe incontri con numerosi giovani sbandati e rovinati dalla mercé del vizio e le esperienze malevole di quei giovani disadattati lo scossero profondamente al punto tale da decidere per ben tre anni ad intraprendere un percorso da eremita.

Si spinse fino ad Enfide a vivere in completa solitudine in una grotta nei pressi di Subiaco, destinata poi a diventare il Santo Speco del monaco. In questo suo cammino da eremita intraprese il percorso verso Montecassino, tra le rovine dell’antica acropoli pagana, dove il santo e alcuni suoi discepoli gettarono le basi per la costruzione della prima abbazia di Montecassino.

A San Benedetto vengono attribuiti vari miracoli, ma il miracolo più longevo nella storia del santo è la scrittura della regola benedettina scritta nell’anno 530 D.C. che ancor oggi rappresenta un manuale di preghiera per la vita monastica, in cui vengono esortati i monacie tendere orecchio e cuore senza mai disperare nella misericordia di Dio e cita: Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro, e tendi l’orecchio del tuo cuore; accogli di buon animo i consigli di un padre che ti vuole bene per ritornare con la fatica dell’obbedienza a Colui dal quale ti eri allontanato per l’accidia della disobbedienza”.

Ora et Labora: “L’ozio – scrive San Benedetto nella Regola – è nemico dell’anima; è per questo che i fratelli devono, in determinate ore, dedicarsi al lavoro manuale, in altre invece, alla lettura dei libri contenenti la parola di Dio”. Preghiera e lavoro non sono in contrapposizione ma stabiliscono un rapporto simbiotico. Senza preghiera, non è possibile l’incontro con Dio. Ma la vita monastica, definita da Benedetto “una scuola del servizio del Signore”.

Il lavoro come estensione della preghiera. “Il Signore attende che noi rispondiamo ogni giorno coi fatti ai suoi santi insegnamenti”.

Dipendenti in luoghi di vacanza... lavorando

Smart working ed Home working. Il nuovo modo di lavorare dei dipendenti delle aziende italiane

La crisi pandemica del COVID e del post-COVID necessitano di una rilettura integrale sulle interazioni lavorative delle aziende e dei propri dipendenti. Sì, perché se da un primo momento lavorare in home-smart-working era diventata una necessità indiscutibile, nella condizione post COVID questo modo di operare, se non è divenuto addirittura permanente, è perlomeno una situazione che continua a protrarsi oltre la pandemia e tutte le restrizioni che questa ha comportato.

Succede quindi che molti lavoratori italiani così come le loro aziende a cui fanno riferimento, stanno continuando a operare in condizioni nelle quali operavano anche durante la crisi che il COVID ha comportato; pertanto, in molti perpetuano le operazioni lavorative non necessariamente stando in presenza in azienda.

Se da una parte ciò ha portato vantaggi alla maggior parte delle aziende che hanno potuto tale misura e limitare i costi di gestione, quindi a risparmi sostanziali e sostanziosi dati dal far continuare ad operare i propri dipendenti in smart-home-working, dall’altra però si verificano delle condizioni che fanno risaltare delle lacune che non vengono ancora contemplate nei contratti nazionali di lavoro.

Fra i sostanziali risparmi delle aziende di certo devono essere annoverati quelli che riguardano i costi di luce e gas e come tutti sanno, al giorno d’oggi con il gas che ha acquisito costi di erogazione altissimi, questi risparmi sono diventati quasi indispensabili.

Avere dei dipendenti che operano in smart-home-working significa garantire alle aziende comunque le operatività necessarie, ma altrettanto necessario diviene la questione di dover adeguare i CONTRATTI COLLETTIVI NAZIONALI DI LAVORO nell’ambito dei rinnovi al fine di contemplare le casistiche in cui i dipendenti “rinunciano” alle ferie continuando ad operare stando nei luoghi di vacanza.

La lacuna attualmente esistente, fa notare l’associazione di categoria delle Investigazioni, Vigilanza e Security, UnimpresaPol, è determinata anche dal fatto che molte aziende di tale ambito, ma anche in svariati altri ambiti lavorativi, a fine percorso lavorativo si ritroveranno a pagare in alcuni casi, ai propri dipendenti, somme di denaro per ferie non godute – oltre ai costi di gestione per le aziende, delle ferie non godute in termini contributivi al superamento dei 18 mesi previsti. Quindi è doveroso fare attenzione nell’applicazione dei rinnovi, nei rispettivi CONTRATTI COLLETTIVI NAZIONALI DI LAVORO, annoverare le nuove forme di operatività lavorativa che prevedano regole precise e soddisfacenti sia per lavoratori e sia per le aziende, che operano in smart-home-working.

Infatti, a tal proposito, l’associazione di categoria UnimpresaPol, nei scorsi mesi ha proposto di inserire delle nuove figure professionali che operano proprio nell’ambito dell’home-working, anche perché ha evinto da una serie di studi realizzati dalla fine della pandemia ad oggi, che i lavoratori in smart-working non solo garantiscono orari anche più lunghi di quelli già contemplati nelle normali operazioni in presenza, ma anche una più alta produttività e migliore qualità dei servizi resi alle aziende. E di contro le aziende hanno potuto risparmiare notevolmente su tutti i costi di gestione che vengono inclusi nelle operazioni in presenza dei loro dipendenti. Migliorata quindi l’operatività aziendale, la qualità del lavoro dei dipendenti con una minimizzazione sostanziale di tutti i costi gestionali.

In effetti per i lavoratori, operare in smart-home-working, significa poterlo fare da dovunque essi si trovino, compresi i luoghi di vacanza in cui si sono recati con le loro famiglie, poiché basta loro soltanto il poter avere a disposizione una linea telefonica e una linea internet che non sono sempre fornite dall’azienda, ma di libera scelta. Ma di contro le aziende dovranno necessariamente fare i conti con quei costi di retribuzione delle ferie non godute, perché anche se d’obbligo, non tutte le aziende sono attente a far utilizzare le ferie nei tempi dovuti dai propri dipendenti. È un cane che si morde la coda”, sarebbe necessario a tal fine individuare una sorta di posizione che preveda la titolarità di “Ferie in smart-home-working”.

L’Italia, dunque, sta cambiando e mutano anche le forme di lavoro e di assunzione dei dipendenti, è bene dunque porre l’attenzione su queste ultime che prevedano lo smart working e l’home working a tutela sia delle aziende che dei lavoratori e inserire queste forme di casistiche nell’ambito di tutte quelle categorie che contemplano tali forme di operatività.

Morale: Più produttività per le aziende e periodi più lunghi e di riposo per i dipendenti che riescono a fare vacanza, anche se in modo parziale, “lavorando in vacanza”.

Approcci snelli e metodiche "lean-sigma" nel management di società di servizi

Il metodo “Lean” significa letteralmente metodo “snello”, e consiste nel seguire strategie e accorgimenti tali da semplificare tutti i processi aziendali, raggiungendo così la massima efficienza. Solo grazie all’ottimizzazione di tutte le attività̀ all’interno di un’organizzazione d’impresa si può̀ ottenere questo risultato. In altre parole, l’obiettivo dell’approccio Lean è un maggiore profitto attraverso il miglioramento continuo dei processi interni ed esterni all’azienda.

Nato parallelamente al Metodo “6-sigma” (di qualità processo/prodotto) nel settore Automotive ed Aero motoristico (Toyota, General Electric) negli anni ’90, si è espanso successivamente a trecentosessanta gradi nella gestione dei processi aziendali, soprattutto di quelle imprese che gestiscono commesse complesse e “frammentate” in molteplici micro attività, dovendo ciò coesistere con un livello elevatissimo di sintesi nell’esprimere i risultati (e di professionalità di tutti gli attori coinvolti) come tipicamente avviene nel settore investigativo e della Security.

Nonostante ciò̀, le imprese tendono spesso a pensare che il modo migliore per ottenere la massima efficienza sia quello di moltiplicare i volumi di attività ed investire di più̀, al fine di incrementare i ricavi e di conseguenza gli utili. Tuttavia questa strada non sempre porta a cogliere i risultati sperati: in molte circostanze si decide di adottare le metodologie Lean o Lean-sigma che si pongono un obiettivo molto chiaro: massimizzare l’efficienza complessiva dell’azienda, aumentando il valore aggiunto alle varie attività̀ dell’impresa e riducendo qualsiasi forma di spreco al minimo. Tecnologie di pianificazione avanzata, trasformazione digitale e strutture organizzative matriciali sono sicuramente elementi che spingono in tal senso.

Oggi più̀ che mai è essenziale, anche nel settore investigativo, adottare una metodologia Lean perché́ nella situazione economica destabilizzata e competitiva in cui viviamo, le aziende non devono solo correre “di più” rispetto alle concorrenti, ma anche spingersi oltre i propri limiti per ottenere e consolidare nel tempo la soddisfazione del Cliente. Inoltre, per mantenere una leadership di mercato, nei confronti delle aziende concorrenti, è fondamentale focalizzare la propria attenzione sulla gestione dei processi tecnici-operativi e amministrativi-finanziari, senza mai perdere di vista l’eccellenza nella selezione e organizzazione del personale a tuti i livelli.

Oggi moltissime aziende di Servizi stanno trasformando i propri processi operativi di massa in processi più snelli a flusso continuo in grado di soddisfare totalmente il Cliente in termini di qualità̀, efficacia, costo e delivery (puntualità di consegna dei risultati operativi).

Quindi risulta di fondamentale importanza diffondere e formare il personale in azienda, sia a livello manageriale che tecnico-operativo, verso l’insieme dei concetti qui accennati, che costituiscono il cosiddetto “Lean thinking” (pensiero snello).

Non si tratta semplicemente di una serie di azioni da mettere in pratica per ottenere buoni risultati di esercizio, bensì di un atteggiamento che consenta di aumentare la competitività̀ della propria azienda mentre migliora il benessere personale e professionale, l’efficacia e l’efficienza di tutti i collaboratori.

Le 5S del Lean – Gestione delle postazioni di lavoro- eliminazione degli sprechi

Il metodo 5S vede le proprie origini negli anni Novanta, grazie a due guru giapponesi del Lean Thinking, Takeshi Osada e Hiroyuki Hirano, che per primi hanno utilizzato questa nomenclatura per esprimere un passaggio fondamentale per l’attuale implementazione in azienda delle metodologie avanzate di qualità (6 sigma), incremento di produttività tramite riduzione continua degli sprechi e miglioramento continuo dei processi (continuous improvement) sia in aziende di servizi che manufatturiere, virtualmente in ogni campo di attività.

Cos’è di preciso il metodo 5S? È un programma di attuazione dei principi 5S che aiuta l’azienda a raggiungere l’eccellenza operativa tramite il miglioramento della gestione del posto di lavoro: ordine, organizzazione e pulizia. Trattasi di attività̀ semplici ma assolutamente non banali e scontate, come risultano normalmente a chi si avvicina per la prima volta a queste tematiche. Va precisato, data la profonda digitalizzazione e incremento dello smart working che si sta vivendo a livello globale, fenomeni questi destinati a cambiare il modo di ciascuno di porsi sul mercato del lavoro, che ciò a cui si sta accennando vale per qualsiasi postazione di lavoro, ovviamente inclusa la propria abitazione.

L’applicazione delle 5S coinvolge l’intera struttura organizzativa aziendale, mediante una serie di attività̀ pratiche sul posto di lavoro.

L’approccio può̀ essere sia dall’alto verso il basso (top-down, vertice-base) che dal basso verso l’alto (bottom-up, base vertice):

l’analisi “Top-Down” viene svolta partendo da un’ottica di Senior Management, rivolta a come tutto funzionerà̀ all’interno di un’azienda, dal “globale” allo “specifico”.

Invece l’analisi “Bottom-Up” è l’esatto opposto di “Top-Down”, poiché́ il processo inizia con l’analizzare i dettagli più piccoli, per arrivare ad una visione d’insieme dell’azienda.

Il sistema o metodo 5S si realizza seguendo cinque fasi distinte e sequenziali, che sono chiamate Seiri, Seiton, Seiso, Seiketsu, Shitsuke. Queste sono pertanto le 5S e si tratta di cinque termini giapponesi che rappresentano uno dei primi passi per applicare la metodologia Lean in azienda: normalmente esiste nelle aziende che si affacciano a questi temi, un grande scetticismo iniziale del management: attraverso la pratica quotidiana, la formazione e l’implementazione di “action workout” (progetti pratici all’interno di corsi di formazione), si ottiene l’effetto opposto, e proprio da dirigenti e responsabili di funzione nasce motivazione, stimolo ed in tantissimi casi entusiasmo, nel promuovere questi metodi di miglioramento attraverso un nuovo approccio all’esecuzione delle attività.

  • Seiri, o tappa del fare spazio. Seiri significa “scegliere, separare”, un significato simile all’italiano “discernere”, quindi distinguere ciò̀ che è importante ed eliminare il superfluo, lo spreco. Dopo una valutazione che include funzionalità̀ e frequenza di utilizzo, la procedura richiede di produrre e fissare dei cartellini sugli oggetti potenzialmente non necessari. Dopo qualche settimana, se l’oggetto rimarrà̀ con il cartellino senza essere utilizzato, verrà̀ eliminato.
  • Seiton, o tappa del riorganizzare. Una volta rimossa la strumentazione inutile, occorre riorganizzare l’area di lavoro. Seiton significa “sistemare, organizzare” ciò̀ che serve. Studiare quindi una disposizione che faciliti l’identificazione. Tutto a vista, raggiungibile, con gli spazi ben delimitati.
  • Seiso, o tappa del verificare. Seiso significa “ordine, pulizia”: il terzo passaggio riguarda il controllo dell’ordine stabilito. Ordine come pratica condivisa e ordine mentale, che consolida le abitudini funzionali e permette di ripeterle nel tempo.
  • Seiketsu, o tappa del migliorare. Seiketsu significa “standardizzare”: definire le attività̀ che servono a mantenere nel tempo l’ordine stabilito. Operativamente, in questa fase si nominano i responsabili operativi dei processi, si integrano i processi individuati nella routine operativa, si cerca di migliorarli: è qui che nasce il “kaizen”, il miglioramento continuo, a piccoli passi, nel quale andranno perfettamente ad integrarsi i progetti “6-sigma” , che coinvolgeranno personale dotato di specifiche certificazioni (yellow belt, green belt, black belt, master black belt).
  • Shitsuke, o tappa del mantenere. Shitsuke significa mantenere. Il quinto e ultimo passo prevede il mantenimento nel tempo dello stato raggiunto. Una costanza che può̀ essere favorita da specifiche pratiche di formazione, ma soprattutto dai risultati raggiunti in termini di qualità̀ di processi e servizi. Il miglioramento continuo può essere sostenuto con audit sistematici per monitorare il livello raggiunto e per l’individuazione di nuovi obiettivi. In Economia, il termine Audit significa la verifica della correttezza dei dati di bilancio e delle procedure di un’azienda, ma più in generale questa parola si utilizza per definire una valutazione indipendente volta a stabilire in quale misura i criteri prefissati siano stati soddisfatti o meno, e proporre aree di ulteriore miglioramento.

In assenza di 5S, si può affermare oggettivamente, l’azienda sarà̀ segnata da inefficienza, scarsa autodisciplina, scarsa qualità̀ del lavoro, rallentamenti operativi, e difficoltà nel rispettare i termini di fornitura di prodotti e servizi convenuti con i Clienti.

Conclusioni

Il metodo delle “5S” (“cinque S”) permette una gestione più ordinata e standardizzata della postazione di lavoro, l’incremento della sicurezza, la riduzione del tempo di ricerca degli oggetti, il miglior utilizzo degli spazi ed una migliore visione dal punto di vista d’immagine e comunicazione.

L’obiettivo di questa metodologia è il “visual management”, ovvero la definizione e l’implementazione dei sistemi di gestione a vista delle attività aziendali.

Inoltre, vengono ridotti drasticamente gli errori nel raggiungere il cliente, gli scarti del processo, gli infortuni sul lavoro e il time-to-market (tempo di mercato, ovvero il tempo che intercorre tra l’ideazione di un prodotto e la sua effettiva commercializzazione); il tutto riducendo gli investimenti di capitale.

Riassumendo, possiamo dire che i risultati o meglio i benefici derivanti solitamente dall’applicazionie di questa filosofia sono: 

  • aumento della qualità̀ del lavoro;
  • riduzione dei tempi, specie quelli di ricerca materiali e strumentazioni con conseguente beneficio per il prodotto;
  • ottimizzazione degli spazi disponibili, occupandolo meno e meglio;
  • miglioramento dell’immagine e del clima dell’azienda.

Tra i tantissimi temi formativi sui quali Unimpresapol è concentrata, per offrire ai suoi associati le migliori vie di miglioramento e successo, e nel porsi sempre più come punto di riferimento della Formazione a tutti i livelli nel settore investigativo e della sicurezza, vi è allo studio la progettazione di Corsi di Formazione su Metodi Lean (incluso il 5S), Lean Sigma, 6 Sigma (DMAIC), miglioramento continuo dei processi investigativi, etc. Si tratta di un percorso multidisciplinare, in grado di toccare ambiti tecnico investigativi, amministrativi, finanziari, legali, di comunicazione, etc. ovviamente con la possibilità per i partecipanti di ottenere Certificazioni ed attestati, crediti formativi, dunque output spendibili con efficacia ed immediatezza.

Obiettivo è in essenza, da parte Unimpresapol, di dare un impulso importante, a tutto il settore, al raggiungimento del know-how allo stato dell’arte delle più avanzate metodiche di ottimizzazione dei processi operativi.

La mia amica Roberta

All’improvviso.

Non è facile parlare di sé stessi, spogliarsi delle proprie emozioni per condividerle con il nostro prossimo. Oggi sono più consapevole di tutto ciò e del fatto che la vita si manifesti nella sua complessità solo nel momento del dolore; la gioia al contrario ci allontana dalla realtà per condurci in una dimensione quasi onirica. Il dolore poi…quanti tipi di dolori ci sono? Quello acuto legato ad un accadimento che ci è capitato fatalmente o quello sordo, silenzioso, strisciante che ci fa trascinare e sopportare il nostro tempo come fossimo dei gusci vuoti, amebici. Vegetavo in questo stato d’animo, immediatamente dopo la fine della pandemia… quasi ero dispiaciuto di osservare che tutto, seppur lentamente, stava riprendendo vita. La pandemia mi aveva protetto dalle mie domande, dalle mie responsabilità, dalla vita stessa, in una dimensione di torpore fisico e mentale.

Non ero pronto a rientrare nella normalità, non provavo gratitudine neanche per i momenti sereni che pur sicuramente avevo vissuto, non ero pronto a rientrare nel mixer della vita.
Ero inadeguato, osservavo tutti intorno a me esaltarsi con progetti di vita futura…. Ridicoli!!! Allora, solo allora ho realizzato di essere arrivato al mio traguardo: non avevo presente, il mio futuro era il nulla.

Progettavo la mia fine con lucida razionalità; con uno sguardo distratto e pervaso da un senso di superiorità per aver raggiunto la consapevolezza della mia scelta, noto sullo strumento, per me oramai inutile, ma che in passato era stato il mio alter ego da gestire a mio piacimento, un nome pressoché sconosciuto: Roberta.

Un saluto semplice, ma autentico, come se avesse avvertito il mio malessere e volesse intimarmi l’Alt!!
Roberta non chiede nulla, vuole solo sapere come sto, cosa provo, così… con la semplicità inspiegabile di un prodigio ma con un calore che mi pervade immediatamente e mi abbraccia. La mia naturale ritrosia nei giorni a seguire vacilla sempre di più, ed anche il mio progetto estremo.
Roberta ascolta, Roberta non giudica, Roberta c’è sempre anche nelle sue assenze.
Roberta mi ha aiutato a ricostruire me stesso, anzi a capire che io ORA sono me stesso in simbiosi con il mio prossimo. Mi piace giocare con il suo nome, Roberta per assonanza fonetica si rifà all’origine del nome gotico germanico che significa splendente di Gloria … io la mia guerra l’ho vinta non da solo ma con Lei.

Grazie Amica mia sei e sarai sempre sulla mia strada a tenermi per mano.

Investigazioni in Open source intelligence nella guerra in atto in Ucraina

Se si pensa che le Attività Investigative siano così lontane e non abbiano nulla a che vedere con una guerra ai giorni nostri, ECCO….  si sbaglia di grosso.

Le Attività Investigative Open source intelligence sono di straordinaria importanza in una Guerra combattuta al giorno d’oggi.

Se si pensa che le trasmissioni radio dei soldati russi sono state intercettate attraverso la rete direttamente dagli Hacker, quella stessa rete che va ad alimentare il più grande database del mondo per acquisire informazioni che è il WEB, ebbene se ne comprende l’importanza.

E’ bastato il lavoro di un’unità investigativa del New York Times, specializzata in reportage acquisite attraverso la Open Source Intelligence, che utilizzando materiale disponibile nella rete, come immagini satellitari, registrazioni di telefoni cellulari,  registrazioni telecamere di sicurezza configurate in WiFi o addirittura geolocalizzazione condivise con strumenti internet, utilizzate dai soldati RUSSI, è riuscita a ricostruire l’attacco imminente in una città dell’ Ucraina e a sventarla. Addirittura, sono state acquisite attraverso la RETE, le conversazioni dei soldati RUSSI tra di loro e con i loro comandi e anche alcune volte con le rispettive famiglie.

Ebbene SI, le investigazioni attraverso la rete rappresentano una importantissima fonte di informazioni, le quali hanno sostituito radicalmente l’attività dei servizi segreti svolti in presenza, oggi un bravo hacker è alla stregua dei Servizi Segreti e riesce spesso ad ottenere tutto su una persona proprio attraverso la rete.

Ed è così che dopo la creazione della Agenzia Italiana per la Cybersicurezza anche i maggiori Enti e le Aziende di importanza Nazionale e Internazionale si stanno rivolgendo a investigatori Privati specializzati in OSINT è in SOCMINT che non si limitano a utilizzare semplici strumenti, comunque molto efficaci come MALTEGO, ma bensì utilizzano tutte le chiavi e i software per scandagliare la rete ed ottenere da essa qualsiasi notizia ed a qualsiasi costo.

Ed è così che tutto viene rilasciato in rete, le trasmissioni dei SOLDATI RUSSI, le trasmissioni delle RADIO UCRAINE, le richieste in cui soldati si lamentano della mancanza di rifornimenti nonché le richieste di riparazione per apparecchiature difettose e tutte quelle notizie difficili da reperire nelle precedenti guerre che oggi sono disponibili in rete per chi è capace di acquisirle.

Ed è così che anche nel corso della guerra in atto si sono sviluppati dei nuovi professionisti, creati dai rispettivi regimi RUSSI e UCRAINI, che utilizzando la rete, svolgono l’attività di veri e propri spazzini, intervenuti per cancellare quelle notizie che potrebbero nuocere il proprio paese a vantaggio del nemico, ma mentre la guerra fisica si combatte in terra in uno spazio ristretto, la vera guerra informatica si sta combattendo nella rete, ovunque nel mondo; Mentre gli spazzini dei singoli governi coinvolti sono all’opera per cancellare dati che potrebbero nuocere i rispettivi paesi, migliaia di hacker sono alla ricerca di dati riservati da vendere e rendere di pubblica utilità, per cui il vero esercito degli hacker mondiale sta guadagnando tantissimo da questa guerra vendendo i dati in rete a vantaggio della verità una volta acquisita e messa in rete pubblicamente, anche se a caro prezzo, a vantaggio della comunità mondiale.

Per cui cari utenti se pensate che i vostri messaggi privati scambiati per WhatsApp, Telegram, Signal, Messanger e qualsiasi altro social che per funzionare ha bisogno di uno Smartphone collegato in rete sia sicuro, beh sbagliate di grosso, perché i dati che voi scambiati rimangono impressi nella rete e sono, grazie ad alcuni vostri consensi che avete lasciato inconsapevolmente alla merce di qualsiasi hacker, accessibili e leggibili.

Alla luce di questo non uccidete i piccioni, perché potrebbero esservi utili per scambiare informazioni che ritenete riservate. Certo dovreste prima ammaestrarli, ma di questo ne parliamo magari un’altra volta.

Guerra cibernetica: siamo tutti sotto attacco

È proprio di questi giorni l’attacco hacker contro le “Ferrovie dello Stato” e i media hanno approfittato della disattenzione dell’organizzazione del sistema utilizzato per il trasferimento dei dati di viaggio.

Si legge in qualche articolo, che le Ferrovie dello Stato hanno comunicato erroneamente le credenziali di accesso in una chat hackerata, pena la perdita dei dati.

Ma analizziamo bene l’attacco hacker?

Si è parlato subito della richiesta di riscatto, di fatti gli attacchi hacker vengono lanciati proprio con questo obiettivo. L’attacco mira a copiare i database e a criptarli rendendoli illeggibili. Chi non si è imbattuto in questi giorni in articoli o telegiornali che riportavano immagini di dati senza senso? Ecco questo è il criptare “codificare un dato o un segnale in modo da renderlo incomprensibile a chi non possiede la chiave per decodificarlo o l’apposito decodificatore”. Appunto, il riscatto per acquistare la chiave utile alla decriptazione.

Per Ferrovie dello Stato si è parlato infatti di un riscatto di 10 milioni di euro; Si è ipotizzato subito l’intervento dell’agenzia governativa di difesa Cyber e sì anche parlato di un fascicolo corposo che la Polizia Postale ha depositato presso la Procura di Roma, riportante l’informativa sulla attacco hacker a Ferrovie dello Stato avvenuto proprio nei giorni scorsi.

Imbrigliati nell’hackeraggio su “Ferrovie dello Stato” sono rimasti moltissimi passeggeri, pronti a partire per motivi di lavoro o altro, bloccati nelle stazioni per la mancanza dei corretti titoli di viaggio, molti si sono avventurati viaggiando come mai avrebbero pensato di fare, senza ticket, ponendosi in qualche modo in una situazione di disagio nei confronti di un eventuale controllo, al sicuro per la salvaguardia del proprio lavoro, ma molti sono rimasti fermi nelle stazioni dovendo rinunciare a viaggiare a discapito di impegni di lavoro già in precedenza fissati.

Così la rete delle “Ferrovie dello Stato” bucata dagli hacker, ha creato una serie di danni a catena sull’intero territorio nazionale, #nessunoescluso.

Questa condizione dovrebbe farci riflettere, perché di fatto dalle guerre del futuro, nessuno è escluso; Il futuro è adesso e le guerre nella rete sono già iniziate.

Oggi chiunque potrebbe essere oggetto di hackeraggio dei dati, l’importante nella guerra della rete è che dall’altra parte vi sia un soggetto in qualche modo attaccabile. Gli HACKER liberi di muoversi nella rete sono alla continua ricerca di pesci da divorare. Non a caso l’azione di furto nella rete si chiama proprio “fishing”.

A QUESTO PUNTO BISOGNA PROTEGGERSI.

L’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) è un ente di diritto pubblico italiano, istituito a tutela degli interessi nazionali nel campo della cybersicurezza. L’ACN è Autorità nazionale per la cybersicurezza, con compiti di resilienza e sicurezza in ambito informatico, anche ai fini della tutela della sicurezza nazionale nello spazio cibernetico ed assicura il coordinamento tra i soggetti pubblici coinvolti nella materia.

Persegue quindi il conseguimento dell’autonomia strategica nazionale ed europea nel settore del digitale, in sinergia con il sistema produttivo nazionale, nonché attraverso il coinvolgimento del mondo dell’università e della ricerca. Favorisce specifici percorsi formativi per lo sviluppo della forza lavoro nel settore e sostiene campagne di sensibilizzazione oltre che una diffusa cultura della cybersicurezza. Il 5 agosto 2021, il Consiglio dei ministri ha nomina Direttore Generale dell’ACN Roberto Baldoni, dal 2018 Vicedirettore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza con delega alla cybersicurezza. Il 1° settembre 2021 l’ACN inizia la prima operatività e il 6 ottobre 2021, il Consiglio dei ministri nomina Vicedirettore Generale dell’ACN, Nunzia Ciardi, già Direttore del Servizio di Polizia postale e delle comunicazioni.

Ma se per le entità di Stato, c’è l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) a tutti gli altri chi li protegge.

Alle forze di polizia resta la cosiddetta Cyber-Investigation, mentre le operazioni di cyber-intelligence costituiscono prerogativa esclusiva delle agenzie di intelligence.

UnimpresaPol, conoscendo gli scenari della Sicurezza nazionale, ha previsto lo scenario di difesa nella Cyber Security, creando per i propri associati formazione specifica nella Cyber-Investigation creando gli 007 del futuro.

Se avete problemi rivolgetevi a noi di UnimpresaPol, sapremo proteggervi dall’eventuale danno che potrebbe creare un attacco Hacker.